Un giallo straniante, perché non è un giallo comune, in cui i protagonisti sono scrittori (anche viventi, persino in attività) e grandi protagonisti del genere poliziesco, da Miss Marple a Hercule Poirot, da Maigret a Pepe Carvalho. L’assassino, invece, è Enrique Vila-Matas, il grande scrittore catalano che – ha rivelato l’autore – ha ricevuto una copia del libro, prima ancora che fosse distribuito, e si è complimentato con Serio per la vittoria al Premio Calvino.
Metaletteratura nel suo significato più pieno e completo, dunque, per il romanzo sorprendente del giovane scrittore napoletano, con una trama che spazia continuamente dal testo al metatesto, dagli autori citati a quelli che si trasformano in protagonisti, dai personaggi inglobati nel racconto a quelli che aleggiano semplicemente come fantasmi ispiratori, fino alla citazione nel titolo, quel Gibilterra che è il luogo di Molly Bloom, indimenticabile eroina joyciana.
Un libro non facile, ammette lo stesso Serio, eppure coinvolgente nella trama e stimolante per i continui riferimenti ai protagonisti (scrittori o personaggi) di un genere amatissimo e di grande tradizione. “Un libro che fa sentire intelligente il lettore”, scherza (ma non troppo) Ugo G. Caruso, protagonista con l’autore dell’incontro di ieri sera al Chiostro di San Domenico. “Un meraviglioso libro sulla letteratura – spiega Gemma Cestari, introducendo l’incontro – una perfetta geometria su cui si dipana una matassa intricata, ma piacevolissima da (cercare di) sbrogliare”.
“Un esordio strabiliante, ma anche strabordante e stravolgente – afferma ancora Caruso – un gioco metaletterario che a volte scivola anche nel pastiche. Un labirinto in cui, quasi epifanicamente, incontriamo Antonio Tabucchi, Karen Blixen ed Ernest Hemingway e di altri intuiamo la presenza, perché anche se non sono nominati sono lì, evocati e perciò celebrati”.
“Per me questo è un esordio, solo per certi aspetti – dichiara Serio – mi ero già cimentato con la scrittura, ma questo è il primo romanzo in cui ho provato a confrontarmi con la lettura. Un romanzo di (de)formazione che è anche una storia di lettura. Ed è autobiografico nella misura in cui è la mia storia di lettore”.
“Da bambino sono stato un grande appassionato di gialli e polizieschi – continua l’autore – e posso dire che i protagonisti di questo libro sono gli eroi della mia infanzia. Nel mio esordio da scrittore ho sentito di dover rendere conto al mio lettore. E persino gli scrittori-protagonisti, citati o presenti in controluce, sono lì perché prima che grandi autori, sono stati degli appassionati, grandissimi lettori”.