Serata di premiazione a Palazzo Arnone, con la consegna delle statuette realizzate da Mimmo Paladino ai vincitori dell’edizione 2018 del Premio Sila ’49. Come lo scorso anno è ancora Ritanna Armeni a “condurre” l’ultimo incontro di questa edizione della rassegna, che inizia dialogando con la vincitrice della sezione letteratura Francesca Melandri. Il romanzo “Sangue giusto”, per la Armeni fotografa il razzismo all’italiana, mentre per l’autrice “rappresenta la declinazione italiana della vicenda coloniale”. “Il passato coloniale e il presente delle migrazioni – ha spiegato la scrittrice – non sono due storie a parte, ma due capitoli della stessa storia, la storia del rapporto fra l’Occidente e il resto del mondo”.

Il premio per la sezione Economia e Società è stato consegnato a Donatella Di Cesare, autrice del saggio “Stranieri residenti”. “Un segno politico civile di impegno che questo premio conferisce a un argomento così importante: le non-persone che hanno bisogno di essere considerate persone. Lo ius migrandi – ha detto Di Cesare ritirando il bronzetto – è il diritto del terzo millennio, quello di cui dobbiamo occuparci”.

Premio alla carriera, infine, per Ferdinando Scianna, che stamattina ha tenuto la sua Lectio Magistralis, e stasera ringraziando per il riconoscimento ottenuto, ha spiegato chiaramente alla platea cos’è stato e cosa è ancora la fotografia per lui: “quando sono da solo con la macchina e aspetto di vedere se Dio fa capolino da dietro l’obiettivo, sono felice”.