Ricco di aneddoti e spunti l’incontro con Vanni Santoni, durante la presentazione, alla Mondadori di Cosenza de “I fratelli Michelangelo”, libro finalista della sezione letteratura dell’ottava edizione del Premio Sila’49

Siamo di fronte al grande romanzo italiano?

«L’idea di provare ad alzare l’asticella la covavo da diverso tempo, anche da prima di cominciare “I fratelli Michelangelo”, le cui prime righe sono state scritte nel 2012.
Mi interessava, e mi interessa, la capacità che ha il romanzo di farsi cattedrale, per mutuare una definizione applicata proprio alla recherche, ovvero un enorme contenitore di storie, personaggi, pensiero, riferimenti intertestuali (per tacere di cose più ludiche come elementi segreti, chiavi e controchiavi interpretative nascoste, sottotrame…) pur mantenendo una sua piena – e primaria – specificità di opera d’arte univoca e compiuta».