La scrittrice e sceneggiatrice italiana Antonella Lattanzi ha animato il secondo incontro di presentazione dei dieci libri finalisti della sezione letteratura della sesta edizione del Premio Sila ’49.

L’opera presentata da Lattanzi e dalla giornalista Rai, Livia Blasi, è “Una storia nera” (edizioni Mondadori, pag. 252, €18), un giallo, un noir, ma anche una storia d’amore che attraverso un meccanismo narrativo costruito interamente sui fatti da vita ad un gruppo di personaggi davvero notevoli che vengono modellati e prendono forma nei dialoghi tra di loro da una scrittura scarna e diretta e sempre aderente ai fatti e alla realtà.

La storia ruota attorno al tema della violenza domestica, del dolore e del disagio di chi vive una relazione malata. Carla, giovane donna, si è sposata da ragazzina con un uomo poco più grande di lei; ora si sono separati perché il loro amore era totalizzante, ma anche pericoloso. Lui, Vito, è un marito geloso e violento che non sembra accettare questa separazione. Di mezzo, poi, ci sono tre figli, due appena maggiorenni, Nicola e Rosa e una bambina ancora piccola, Mara.

“Il libro è un noir come sono noir tutte quelle opere che indagano il cuore di tenebra dell’essere umano – ha detto Livia Blasi – che affronta un tema di grande attualità e riesce a darne una lettura originale e non stereotipata”. Emerge, infatti, dal libro di Antonella Lattanzi la figura di questa donna che subisce continue violenze ed è perciò sicuramente una vittima ma è anche un personaggio straordinariamente complesso, ambiguo e vendicativo. “Io credo che uno dei compiti della letteratura sia raccontare la realtà senza paura e infingimenti – ha spiegato l’autrice -. Non volevo scrivere personaggi che fossero definitivamente cattivi o definitivamente buoni. Volevo scrivere personaggi in cui ognuno di noi potesse riconoscersi almeno un po’, in cui ognuno di noi potesse riconoscere qualcosa di sé, personaggi veri”.