2016 – Quinta edizione

L’ultima fortunata edizione del Premio Sila ’49, si è svolta in tre memorabili giornate di incontri, dibattiti, laboratori e “lezioni”. Il primo dei tre giorni (il 24 novembre) è stato dedicato al mondo della scuola, ai ragazzi e agli insegnanti con laboratori di scrittura tenuti dalla scrittrice, Giusi Quarenghi, vincitrice del Premio Andersen, dedicato agli autori dell’editoria per l’infanzia.

Nei due giorni successivi, invece, si è entrati nel vivo della manifestazione che da ormai cinque anni tiene l’attenzione della città desta sulla cultura, la letteratura, la politica e l’attualità: il 25 novembre la vincitrice del Premio Economia e Società Luciana Castellina, giornalista, attivista e scrittrice, ha dialogato con Antonio Padellaro (presidente ed editorialista de Il Fatto Quotidiano). Argomento principale, l’Europa ovviamente, per fornire agli intervenuti pillole del suo “Manuale antiretorico dell’Unione Europea” il libro che le è valso il Premio e che la scrittrice ha voluto dedicare alle nuove generazioni perché acquisiscano una consapevolezza realistica e, appunto, non retorica sui valori, i limiti e le potenzialità di un’Europa in continuo cambiamento.

Il giorno seguente, nella prima parte della giornata, è stata la volta dell’attesissima Lectio Magistralis di Carlo Ginzburg, cui la giuria ha assegnato il Premio alla Carriera. “I benandanti 50 anni dopo” questo il titolo della Lectio del più grande storico italiano vivente, che ha voluto omaggiare la platea di Cosenza e del Premio Sila ’49 di preziose “riflessioni a voce alta” sulla sua prima opera I Benandanti, a distanza di cinquant’anni dalla pubblicazione. Una lezione che la città difficilmente potrà dimenticare.

Nel pomeriggio della stessa giornata si è tenuta la cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori, condotta dal giornalista Paride Leporace: a Vitaliano Trevisan, Luciana Castellina e Carlo Ginzburg, sono stati consegnati i bronzetti realizzati dal maestro Mimmo Paladino.

Per riassumere l’essenza e la forza di questa edizione,  ci affidiamo alle parole Presidente della Fondazione Premio Sila, Enzo Paolini:

Da parte mia non posso che esprimere apprezzamento per tutti coloro che, con ruoli diversi e con spirito di squadra, credono nel valore della cultura come unico antidoto all’imbarbarimento dei costumi ed alla politica delle caverne.

Essi hanno lavorato e lavorano ripagati dalla gratificante constatazione che c’è un altro mondo oltre la violenza alle persone e l’insulto alle istituzioni.

Quello che discute con Ginzburg e Castellina.

Devo due ringraziamenti ed un saluto. I primi sono per due straordinari artisti napoletani che illustrano anch’essi il nostro paese: Mimmo Jodice e Mimmo Paladino.

Il grande fotografo ci ha regalato l’uso dell’opera che abbiamo messo sul manifesto: la finestra aperto su un muro esposta al MADRE sino al 30 ottobre. Si chiama “attesa” e rappresenta con forza evocativa lo stato d’animo del nostro paese ed in particolare dei nostri giovani. L’attività del premio Sila è finalizzata a scalfire quel muro fino a quando non riusciremo ad abbatterlo con la forza prorompente della cultura.

Al maestro Paladino dobbiamo anche quest’anno il “bronzetto” che rappresenta il premio e che ne sarà l’immagine negli anni a venire. Grazie a loro dunque.

Il saluto doveroso e pieno di gratitudine dalla fondazione premio Sila e da una platea come quella che ha riempito palazzo Arnone nei tre giorni del Sila, va a Vittorio Sermonti, unico, vero ed ineguagliabile divulgatore della Divina Commedia.

Ciao maestro.

 

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