Jason Pine con “Napoli sotto traccia. Camorra, «zona grigia» e arte di arrangiarsi. Musica neomelodica e marginalità sociale” (Donzelli) vince il Premio Speciale “Sguardo da lontano” 

Motivazioni: “Napoli sotto traccia di Jason Pine è frutto dell’etnografia al suo meglio. In dieci anni di osservazione partecipata della scena neomelodica napoletana – un demi-monde sospeso tra la criminalità organizzata (la camorra) e la vita ordinaria dei quartieri popolari – Pine ne ha esplorato la quotidiana “arte di arrangiarsi” (il titolo dell’originale americano è, infatti, The Art of Making Do in Naples). Ne è venuto fuori un libro di affascinante lettura e di una fresca originalità interpretativa: laddove, chi ha guardato da vicino (come, ad esempio, Roberto Saviano) ha visto l’opposizione binaria tra il legale e l’illegale o, al massimo, l’esotismo pittoresco di un Gigi D’Alessio, Pine, guardando da lontano, vede una vasta zona grigia di una economia sommersa in cui si mescolano l’arte e la vita”.

Il libro:

Un americano a Spaccanapoli, un antropologo che per oltre dieci anni si mimetizza tra i vicoli e le periferie e s’insinua nell’ambiente della musica neomelodica napoletana: nasce così Napoli sotto traccia, un libro che racconta in presa diretta quel mondo di confine dove la tradizionale arte di arrangiarsi finisce nelle fitte trame della malavita. Dal 1998 al 2011 Jason Pine, newyorkese, ha condotto la sua indagine sul campo, vivendo fianco a fianco con i maggiori protagonisti della scena neomelodica campana (cantanti, compositori, giornalisti, impresari) e condividendo la loro quotidianità tra case discografiche, emittenti pirata e feste private (matrimoni, battesimi, comunioni). Per penetrare la facciata folklorica che i protagonisti spesso volutamente offrono a questo «forestiero», l’autore diventa «uno di loro», in veste di regista di videoclip musicali e di pubblicità per le reti locali, associandosi a un boss-impresario. È così che, imparando a decifrare l’universo linguistico, gestuale e valoriale dell’ambiente, Pine ricostruisce il groviglio di legami e interessi che innerva quella zona di contatto tra marginalità sociale e criminalità organizzata, in cui centinaia di giovani sono disposti a scendere a compromessi con la camorra per inseguire un’opportunità di successo, convinti che non esistano alternative e attratti dall’assenza dei vincoli di un lavoro subordinato. In quella zona grigia, in cui Pine stesso gioca una parte ambigua, come i personaggi che osserva, le cosiddette economie formali, informali e illecite si ingarbugliano e l’arte di arrangiarsi, travalicando il semplice «tirare a campare», diventa una strategia di autodeterminazione per sfuggire, attraverso la creatività, alle prospettive di una vita precaria offerte dall’economia politica dominante.

Il Vincitore

JASON PINE
Jason Pine insegna Antropologia e Media al Purchase College della State University di New York. Per svolgere questa ricerca ha vissuto a Napoli tra il 1998 e il 2011. Le sue ricerche esplorano i contorni estetico-affettivi delle attività quotidiane nelle cosiddette economie informali. Nel suo primo libro, “Napoli sotto traccia. Musica neomelodica e marginalità sociale”, si è occupato degli aspiranti cantanti neomelodici napoletani, e dei loro rapporti con la Camorra. Attraverso l’arte di arrangiarsi, tipica dei protagonisti, e gli ambigui rapporti che questi intrattengono con la criminalità organizzata – negli studi di registrazione improvvisati, nelle stazioni televisive pirata e nelle performance organizzate per i matrimoni dei camorristi – Pine ci mostra quel groviglio di legami e interessi capaci di creare un pubblico più incline ai compromessi morali. Nel suo nuovo progetto editoriale, “Methlabs, Alchemy and the Matter of Life”, Pine si è dedicato alla lavorazione della metanfetamina nel Missouri rurale e tardo-industriale. Attraverso l’intreccio di storie reali e leggende urbane in una piccola città del Midwest, il libro ci racconta le storie di piccoli furfanti e improbabili consumatori capaci di produrre dai comuni prodotti per la casa elisir contro la stanchezza, la fatica e la possessione. Impegnato a trasformare la ricerca etnografica in un coacervo di idee vitali capaci di raggiungere un pubblico non accademico, il lavoro di Pine spazia dalla saggistica alla fotografia, dalla regia all’arte visiva e performativa. Per le sue ricerche ha ricevuto il supporto e il sostegno di diverse istituzioni, come la Chemical Heritage Foundation, la Rockefeller Foundation Bellagio Center, e l’American Academy di Berlino, dove lavora attualmente.