Sfondare e miseramente fallire a trent’anni. Vittorio, sceneggiatore appassionato, conosce bene questo precipitoso saliscendi che porta allo stallo la sua vita. Ma reagisce puntando sul denaro, sul diventare ricco a tutti i costi. Un’impresa che ci racconta, tra umorismo e drammaticità, Andrea Piva nel suo nuovo romanzo ‘L’animale notturno’ pubblicato da Giunti e presentato ieri dal Premio Sila’49 alla libreria Mondadori di Cosenza. A parlare con l’autore di “gioco” (il protagonista dell’opera cerca di arricchirsi attraverso il mondo variegato e virtuale del Texas Holdem) e della distanza forse ormai insanabile fra il mondo della scienza e quello delle lettere, Daniele Garritano, ricercatore universitario dell’Unical in critica letteraria.

Cos’è il gioco? E cosa rende un’attività umana un gioco? Lo scontro, la dimensione ludica? O la condivisione delle regole, del “cerimoniale”? O infine è forse il modo crudele eppure realistico in cui si conclude inevitabilmente il gioco, con un vinto e un vincitore? Piva e Garritano hanno cercato di dare risposta a queste domande, per comprendere l’attrazione di Vittorio, protagonista dell’opera, e di tanti, tantissimi uomini e donne per il gioco d’azzardo, l’ossessione violenta e apparentemente insensata per la versione spettacolare del poker, l’ormai celeberrimo Texas Holdem.

Ma è un’altra la questione centrale, il fulcro su cui si regge l’opera e sulla quale si sono soffermati l’autore e il suo sparring partner di ieri sera, Piva e Garritano, ed è la dualità per eccellenza, la dicotomia per antonomasia, quella tra lettere e numeri, tra letteratura e scienza, tra umanisti e scienziati. Una divisione così netta che nel tempo è diventata contrapposizione, scontro sempre taciuto eppure evidente, scelta esclusiva ed escludente che fa di chi è un uomo di lettere un deciso oppositore delle scienze, un ostinato confutatore della pur disarmante chiarezza dei numeri e di chi è uno scienziato un borioso contestatore dell’innegabile utilità delle lettere, della storia, della filosofia, di quella forma di comprensione dell’animo umano che elude totalmente il ricorso ai numeri e ai segni, alle equazioni e al calcolo. Mondi che sono rette parallele, universi che non si incontrano, né vogliono incontrarsi, ma che si possono “frequentare” uno per volta e che Vittorio, uomo di lettere, protagonista de “L’animale notturno” visita, sonda, esplora attraverso la sua avventura nel folle mondo del gioco d’azzardo online.